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Il Viaggio della Transumanza

Corso di formazione e di assistenza itinerante - 11-27 giugno 2012

 

 
 

Il corso si è svolto grazie al co-finanziamento della Riserva Regionale Naturale Tevere-Farfa e delle aziende partecipanti, con la collaborazione dell'ANFoSC dell'Ente CRA-PCM. Al corso hanno partecipato 18 aziende del Lazio. L'azione formativa si è svolta presso le aziende stesse con l'intervento del tecnico caseario Donato Nicastro del CRA - ZOE di Bella (PZ).

Le aziende che hanno partecipato al corso:

 

Angelini Enrico
Aureli Antonio
Biscaglia Michela
Caretta Savino
Chiaretti Mara Laura
Colantoni Daniele
Colasanti Umbertina
Desideri Giovanni
Desideri Miriam

Di Giamarco Stefania
Di Marco Antonio
Ferreri Dimitri
Ferretti Anna
Franchi Pasquale

Mariantoni Marco
Ramazzotti Elisabetta
Silvestri Ugo
Usai Marco
Valentini Maurizio

Il modulo formativo-tipo è consistito nella partecipazione a una o più fasi di caseificazione presso ciascun azienda con l'affiancamento di un tecnico esperto del CRA-ZOE, nella messa in evidenza delle problematiche produttive specifiche dell'azienda stessa e nel suggerimento di metodi, pratiche o tecniche migliorative per risolvere le problmatich incontrate.

Si riporta nelle immagini sottostanti un esempio delle tappe formative svolte il giorno 11.06.2012 presso una delle aziende partecipanti.

 

Fasi di caseificazione-tipo presso un'azienda artigianale dei Monti della Laga

 
 

 

Preparazione del primo ciclo di caseificazione per formaggio pecorino da stagionare - versamento e filtraggio del latte di pecora nel recipiente di caseificazione (200 litri), utilizzo del tradizionale "spino" (in legno di ginepro) per le operazioni di mescolamento e rottura della cagliata.


 

 

 

 


Rimescolatura del latte sulla fiamma fino alla temperatura voluta (37°C)
e preparazione del caglio di capretto diluito (per metà naturale commerciale e per metà autoprodotto in azienda).


 

 

 

 


Versamento della soluzione con il caglio, spegnimento della fiamma e rimescolamento finale prima di lasciar riposare il latte fino alla consistenza voluta (circa 20 min)
.


 

 

 

 


Momento di riflessione sull'ottimizzazione delle tecniche adottate con l'aiuto del tecnico-caseario Donato Nicastro del CRA-ZOE di Bella (PZ)
e valutazione del punto giusto di coagulazione attraverso il metodo tradizionale della "impronta della mano".


 

 

 

 

Rottura della cagliata con lo "spino": prima a croce e poi rimescolando energicamente con diversi aiuti.


 

 

 
 

 

Eliminazione dell'eccesso di siero per permettere la successiva lavorazione: agglomerazione meccanica dei fiocchi di cagliata sul fondo del recipiente utilizzando le mani.

 

 

 
 

 

Schiacciamneto dell'agglomerato con pressatura fino a formare una "palla" e quindi taglio della palla in quarti e poi in pezzi più piccoli per mezzo di uno spago, secondo il metodo tradizionale abbruzzese.

 

 

 

 

 

Messa in forma dei pezzi e pressatura a mano fino alla giusta consistenza.

 


 

 

 

 

La preparazione del secondo ciclo di caseificazione avviene con un altro metodo, per la produzione di pecorino da tavola a media stagionatura.


 

 

 

 

In questo caso la cagliata non viene agglomerata con le mani, ma una volta rotta, viene raccolta assieme al siero e versata direttamente nelle forme, da dove poi viene spurgata con la pressatua.

 

 

 

 

 

La lavorazione della ricotta avviene utilizzando una caldaia in rame, dove il latte si "attacca" meno facilmente. Il siero delle precedenti lavorazioni viene addizionato con 10 litri di latte fresco e scaldato prima a 70°C, poi una volta aggiunto il caglio fino a 80°C.

 

 

 

 

 

La giusta temperatura viene controllata spesso, sempre rimescolando e dopo quasi tre quarti d'ora i primi fiocchi di cagliata vengono a galla.

 

 

 

 

 

L'ultima fase della preparazione consiste nel versare la cagliata nelle fiscelle, rabboccando, man mano che il siero si spurga da solo. .

 

 

 

   
 

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